Porta l’inglese del tuo insegnante di fiducia a casa tua durante la settimana e non temere di parlare inglese con tuo figlio.
Vuoi un Laboratorio efficace dove fare i compiti a casa sarà un gioco da ragazzi?
UN’ORA ALLA SETTIMANA CON TEACHER SIMO E POI…
Ti porti a casa:
- il gioco
- la canzone
- il racconto
- suoni e ritmi
- le azioni quotidiane
La lingua madre e la seconda lingua possono svilupparsi simultaneamente senza timori di sovrapposizioni e confusione, se non quella comune a un bambino da 0 a 6 anni.
Non hai bisogno di un inglese perfetto né di un inglese madrelingua per interagire con tuo figlio, l’importante è interagire insieme, giocare insieme leggere insieme, migliorare insieme.
Infatti prima iniziamo ad interagire in inglese o a leggere in inglese ai bambini prima i bambini verranno esposti a suoni e fonemi diversi rispetto alla lingua italiana.
Sei sicuro che ci voglia un interlocutore madrelingua? Oppure sei sicuro che tuo figlio debba subito parlare un inglese perfetto con accento British?
Hai mai ascoltato parlare un bambino di origine inglese a tre anni?
Avrà le stesse difficoltà di pronuncia di un adulto che prova per la prima volta a parlare in inglese!
Solo la pratica potrà permettergli di migliorare le sonorità da lui prodotte.
Se non ti sei mai posto il problema riguardo al tuo italiano, che sia un italiano standard oppure un italiano dialettale, perché devi portelo in inglese?
E’ l’inglese che non ti rende sicuro o pensi che ad un anno il bambino possa essere sfavorevolmente influenzato da una cattiva pronuncia? E poi che cos’è una buona pronuncia e una cattiva pronuncia in inglese?
Esiste una pronuncia RP e una pronuncia standard: entrambe corrispondono a un inglese perfetto ma pensi che un bambino di tre anni possa mettere in pratica una pronuncia RP? Quest’ultima è infatti la pronuncia tipica della regina e supportata dalla BBC!
La differenza sta nella quantità di ore in cui il bambino viene esposto all’inglese e agli stimoli del gioco e dell’attività che devono essere continui e adeguati alla sua età. Tutti noi abbiamo infatti bisogno di tempo per perfezionare la nostra lingua madre, sia nel contenuto che nella forma.
A maggior ragione la L2. Il bambino da zero a tre anni impara a parlare in un contesto che lo interessa, lo stimola e lo coinvolge. Il bambino impara necessariamente con il gioco e in modo sensoriale ed è maggiormente motivato se il genitore partecipa in modo coinvolgente ai suoi interessi.
Il bambino parla solo quando ha bisogno di comunicare, quando il contesto per lui è significativo, quando l’emozione deve essere trasferita in parole. Sottoporlo a continue domande su quello che ha imparato non fa che confonderlo perché per lui la domanda non ha senso: non ha senso dover ripetere qualcosa in un contesto in cui non sia necessario esprimere un messaggio.
Mi interesso ormai da anni delle modalità con cui si sviluppa il linguaggio nell’uomo, sia nei bambini che negli adulti. Nei bambini avviene in modo spontaneo e naturale secondo esigenze e priorità da loro stessi stabilite. I bambini sono individui che imparano scoprendo la realtà attorno a loro e in modo diverso gli uni dagli altri.
Cosa non fare?
1) Non bisogna essere precipitosi: lasciare il tempo necessario affinché il bambino assorba il linguaggio e lo associ al contesto, ci sarà sempre il tempo per correggerlo e sollecitarlo.
2) Non chiedere mai a un bambino “come si dice” oppure “cosa hai imparato oggi”: un bambino non è un traduttore ma soprattutto se inseriamo l’inglese in modo naturale nella sua quotidianità il bambino non si accorge di aver imparato qualcosa di nuovo riguardo a una lingua straniera. Semplicemente capisce come funziona e allarga quindi i suoi orizzonti tramite l’esperienza.
3) Non fate tradurre il bambino dalla L1 alla L2 senza inserire una motivazione significativa: il bambino non sa di stare apprendendo una lingua straniera, per cui passare a L2 solo con un ordine non avrà un esito positivo.
Prendere invece un libro che viene normalmente raccontato in inglese oppure un’attività che viene normalmente svolta in inglese, questo aiuterà il bambino a consapevolizzare l’altra lingua e ad utilizzarla.
4) Non trasmettete parole isolate: le parole sparse e a se stanti lasciano il tempo che trovano, il bambino ha bisogno di frasi e contesti significativi che diano senso compiuto al loro mondo; associate frasi, parole, espressioni e comandi al contesto ad esso legato.
Cosa fare?
- date al bambino delle abitudini: la frequenza è la chiave dell’apprendimento. Il bambino impara per associazione. La quotidianità e l’abitudine danno al bambino un senso di sicurezza e familiarità.
- guardare programmi in inglese alla televisione e al tablet e sul tablet ha senso se fatto insieme. Il genitore deve essere una linea guida sia nella scelta che nella partecipazione dell’attività.
- giocate col bambino in inglese e utilizzate giochi molto semplici con semplici parole e unitele a espressioni che accompagnano l’attività. A questo riguardo vi trasmetterò le linee guida settimanali ispirandovi sull’attività da svolgere insieme e su quali e vocabolario iniziare ad introdurre
- se non vi sentite sicuri del vostro inglese prendete un libro illustrato e parzialmente verbalizzato e iniziate a raccontare leggendo la storia: più il bambino è piccolo maggiori devono essere le immagini e minore deve essere l’apporto di vocabolario; ma mano che il bambino cresce si ridurranno le immagini e aumenterà la parte di verbalizzata dell’alfabeto.
- il bambino deve soprattutto identificarsi nell’immagine che vede per cui utilizzare libri in cartonato che siano resistenti, dove le immagini sono prevalenti all’inizio del percorso ma dove ci siano delle parole che descrivono il contesto a cui l’immagine fa riferimento; mentre il bambino cresce questo tipo di libro non lo interesserà più come all’inizio e non sarà più adeguatamente motivazionale. A questo punto introdurremo libri più impegnativi e stimolanti
Se vuoi sapere altro sul corso, sul programma e sul bilinguismo non esitare a chiamare Simona al 333 8356858.
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